mercoledì 22 febbraio 2012

Diverse ipotesi di modernità ma questa non sempre fa rima con "utopia".



Brasilia, il grande agglomerato metropolitano del centroamerica sorto negli anni '60 e '70 rappresenta l'esempio di come una volontà "architettonica" innovatrice - pur producendo un risultato per più versi affascinante - non riesca a convincere appieno per quell'evidente scollamento fra una dimensione "umana" dell'agglomerato ed i ritmi invece convulsi della realtà così creata ( ed in questo video si era ancora a fine anni '70!). L'utopia, la vera modernità sono cose ben diverse ma riconosciamo a questo esperimento una dignità particolare ed esclusiva di cui sarebbe bene si appropriassero ( per i soli aspetti "positivi" dell'ipotesi strutturale) anche i nostri urbanisti.

sabato 12 febbraio 2011

Per una nuova civiltà.



Costruttori,architetti,geometri ed affini.....sono loro quei mediocri personaggi che hanno consentito la distruzione del paesaggio naturalistico del nostro paese che, provato da continue ondate di cemento, soccombe oramai da tempo sotto l'ondata megalomane e cialtrona di affaristici interessi. Ne fanno le spese le personalità maggiormente dotate intellettivamente che - in ragione della loro maggiore sensibilità estetica e del loro non comparabile raziocinio - si mostrano inadatte a sopportare il carico di una così violenta ondata di irrazionalità edilizia connotando così la necessità - davvero sentita - di escludere quei circoli di interesse finanziario che ruotano attorno al mondo dell'edilizia che tanta parte hanno nel modificare e compromettere la riuscita estetica e strutturale di quegli "scenari di vita" nei quali noi tutti animiamo la nostra esistenza,palcoscenici che ognuno auspicava ridenti,solari,colorati e non afflitti da sciocche,mediocri pulsioni all'elevazione su piani ed all'imperante grigiore.La nostra classe politica avalla di fatto - non attuando deliberatamente una sensata gestione ecologica e strutturalmente strategica del territorio - la rovina irreversibile dei nostri paesaggi ridotti ora soltanto a secondari elementi di contorno per autostrade, grattacieli,casermoni popolari ma.....quando lo spazio disponibile per costruire sarà esaurito ovvero quando ogni angolo di verde sarà stato sopraffatto dalle astuzie affaristiche di architetti e costruttori, dove troveremo uno spazio ambientale per far riposare il nostro intelletto turbato da tanta mediocre bruttezza?Le sperimentazioni di Fresco rappresentano il sogno di una "nuova architettura" non più legata a meccanismi speculativi ma rivolta davvero nell'ottica di una nuova civilizazione dell'umanità Tuttavìa c'è da dire che la edificazione non deve mai convergere su connotazioni di spiccata invasività del territorio che deve essere al contrario preservato vergine quanto più possibile : e le ipotesi dell'Architetto jaques Fresco, pur interessantissime, non vanno in tal senso.